Dalla rete:
Yuri Chechi entra in chiesa e guarda il crocifisso: "Coi chiodi sono capaci tutti!!"
mercoledì 24 marzo 2010
venerdì 19 marzo 2010
Busi contro il Papa. E scoppia la polemica La Rai: «Fuori da tutti i programmi»
Lo scrittore accusa il Pontefice sul tema dell'omofobia. Udc: «Santo Padre dileggiato». Pdl: «Inaccettabile»
MILANO - Hanno sollevato un vero polverone, anche politico, le dichiarazioni di Aldo Busi, mercoledì sera in diretta su Raidue. Lo scrittore-naufrago dell'Isola dei Famosi ha annunciato l'intenzione di lasciare il reality. Non prima però di avere lanciato strali contro gli omofobi, il Papa e il governo. «Questa avventura qui l'ho finita», ha detto. «Non vado via per vigliaccheria, non adduco problemi di salute che pure ci sono, ho un'infezione», ha voluto anche precisare. Duro, in particolare, l'affondo dello scrittore contro chi critica l'omosessualità, con un esplicito il riferimento al Pontefice. «L'omofobo è un omosessuale represso», ha detto, queste persone «sono un danno per la società». Il giorno dopo, è arrivata la presa di posizione di Viale Mazzini: «Il direttore di Raidue, Massimo Liofredi, sentito il direttore generale della Rai Mauro Masi - spiega il comunicato - ha ravvisato nel comportamento dello stesso palesi e gravi violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali. Pertanto, Aldo Busi verrà escluso dalla partecipazione alle prossime puntate dell'Isola dei famosi e dalle altre trasmissioni della Rai».
«LA RAI DOVREBBE FARE SERVIZIO PUBBLICO» - Intanto, però, le parole di Busi hanno scatenato numerose reazioni politiche. «Quello che è accaduto durante la puntata dell'Isola dei famosi è inaccettabile» ha detto Maurizio Lupi, vice presidente Pdl della Camera dei deputati e componente della commissione di Vigilanza Rai. «Aldo Busi - ha aggiunto Lupi - ha insultato, davanti ad una platea di milioni di telespettatori, il Papa. La Rai dovrebbe fare servizio pubblico, non mandare in onda a pagamento trasmissioni e personaggi che offendono il Santo Padre e tutti i credenti». «La maggioranza, in Commissione di Vigilanza e nel Cda Rai, ha fatto di tutto in questi giorni per imbavagliare i talk show e perché in tv venissero bandite la politica e le critiche al governo - aveva invece affermato, in una nota, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. - È singolare che altrettanto zelo non venga dimostrato nel controllo dei contenuti di altri programmi del servizio pubblico: ieri in uno di questi, oltre a una 'raffinata' analisi politico-economica in diretta dal Nicaragua del noto economista Aldo Busi, dallo stesso personaggio è stata dileggiata senza ritegno davanti a milioni di telespettatori la guida spirituale dei cattolici nel mondo. L'azienda e la Vigilanza tolgano il paraocchi e guardino cosa succede negli altri programmi».
Qui l'articolo completo, con tanto di video.
MILANO - Hanno sollevato un vero polverone, anche politico, le dichiarazioni di Aldo Busi, mercoledì sera in diretta su Raidue. Lo scrittore-naufrago dell'Isola dei Famosi ha annunciato l'intenzione di lasciare il reality. Non prima però di avere lanciato strali contro gli omofobi, il Papa e il governo. «Questa avventura qui l'ho finita», ha detto. «Non vado via per vigliaccheria, non adduco problemi di salute che pure ci sono, ho un'infezione», ha voluto anche precisare. Duro, in particolare, l'affondo dello scrittore contro chi critica l'omosessualità, con un esplicito il riferimento al Pontefice. «L'omofobo è un omosessuale represso», ha detto, queste persone «sono un danno per la società». Il giorno dopo, è arrivata la presa di posizione di Viale Mazzini: «Il direttore di Raidue, Massimo Liofredi, sentito il direttore generale della Rai Mauro Masi - spiega il comunicato - ha ravvisato nel comportamento dello stesso palesi e gravi violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali. Pertanto, Aldo Busi verrà escluso dalla partecipazione alle prossime puntate dell'Isola dei famosi e dalle altre trasmissioni della Rai».
«LA RAI DOVREBBE FARE SERVIZIO PUBBLICO» - Intanto, però, le parole di Busi hanno scatenato numerose reazioni politiche. «Quello che è accaduto durante la puntata dell'Isola dei famosi è inaccettabile» ha detto Maurizio Lupi, vice presidente Pdl della Camera dei deputati e componente della commissione di Vigilanza Rai. «Aldo Busi - ha aggiunto Lupi - ha insultato, davanti ad una platea di milioni di telespettatori, il Papa. La Rai dovrebbe fare servizio pubblico, non mandare in onda a pagamento trasmissioni e personaggi che offendono il Santo Padre e tutti i credenti». «La maggioranza, in Commissione di Vigilanza e nel Cda Rai, ha fatto di tutto in questi giorni per imbavagliare i talk show e perché in tv venissero bandite la politica e le critiche al governo - aveva invece affermato, in una nota, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. - È singolare che altrettanto zelo non venga dimostrato nel controllo dei contenuti di altri programmi del servizio pubblico: ieri in uno di questi, oltre a una 'raffinata' analisi politico-economica in diretta dal Nicaragua del noto economista Aldo Busi, dallo stesso personaggio è stata dileggiata senza ritegno davanti a milioni di telespettatori la guida spirituale dei cattolici nel mondo. L'azienda e la Vigilanza tolgano il paraocchi e guardino cosa succede negli altri programmi».
Qui l'articolo completo, con tanto di video.
mercoledì 17 marzo 2010
Brescia capitale del creazionismo
J.B.S. Haldane, celebre biologo noto per il suo contributo alla nascita della genetica di popolazioni, interpellato su come potesse essere falsificata l’evoluzione diede una famosa risposta: “Conigli fossili nel Precambriano”. In effetti nessuno ha mai trovato fossili di mammifero in rocce più antiche di 250 milioni di anni, nemmeno nelle rocce sedimentarie del territorio bresciano. Eppure a Brescia l’evoluzione dei viventi non è considerata un fatto accertato da chi amministra la città. E non si tratta di una diatriba scientifica, è solo una questione politica: nella città lombarda il sindaco e l’assessore alla cultura, entrambi avvocati del Popolo delle Libertà, non gradiscono che si parli di evoluzione, e soprattutto al museo di Storia Naturale!
Tutto cominciò nel febbraio del 2009 quando, in occasione del Darwin day, UAAR e libreria Rinascita invitarono Telmo Pievani, studioso della teoria dell’evoluzione e professore di Filosofia della Scienza all’Università di Milano Bicocca, a presentare il libro di cui è coautore “Nati per credere”. Gli organizzatori dell’evento chiesero di poter svolgere la conferenza nello stesso luogo in cui avevano, con la precedente amministrazione, organizzato iniziative simili: l’auditorium del museo di Storia Naturale. Il sindaco negò l’autorizzazione e il patrocinio del Comune e la conferenza fu spostata nell’aula magna di un liceo cittadino.
Poche settimane dopo nello stesso auditorium, per ben tre serate consecutive, un gruppo di creazionisti fu ospitato per esporre tesi bizzarre e antiscientifiche, per giunta con il patrocinio del Comune. Immediate furono le proteste nel mondo scientifico; anche Giacomo Giacobini, Presidente dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici, mandò una lettera all’assessore alla cultura di Brescia. L’assessore rispose con un lungo scritto in cui difendeva il diritto di parola anche dei creazionisti in un istituto scientifico. Alle rimostranze di Telmo Pievani che chiedeva come mai il diritto di parola gli fosse invece stato negato nessuno rispose. Ma non finì così.
Nel 2010 l’UAAR e la libreria Rinascita organizzano altre due conferenze analoghe, una ancora con Telmo Pievani e l’altra con Guido Barbujani, genetista dell’Università di Ferrara. E quest’anno la strategia cambia: il sindaco non nega l’uso della sala, ma solo il patrocinio. Si è ricreduto? Niente affatto. Ha concesso l’uso della sala, prenotata con molto anticipo, solo perché regolarmente autorizzato dai funzionari. Poi ha spedito il conto all’UAAR. Il trucco è chiaro: la sala è stata semplicemente affittata per qualche ora e questo non si può negare a nessuno, ma senza il patrocinio si paga.
E i creazionisti? Hanno ottenuto il patrocinio “per il rilievo culturale dell’evento” e quindi non affittano l’auditorium del museo, lo usano a beneficio della cittadinanza e non pagano nulla. Tutto ciò a Brescia dove non si è scoperto nulla di nuovo sul passato dei viventi, ma solamente si conferma che la cattiva politica è ostile al pensiero scientifico. E questo accade nel Cenozoico, l’era geologica attuale.
(16 marzo 2010) di Paolo Vitale
Tutto cominciò nel febbraio del 2009 quando, in occasione del Darwin day, UAAR e libreria Rinascita invitarono Telmo Pievani, studioso della teoria dell’evoluzione e professore di Filosofia della Scienza all’Università di Milano Bicocca, a presentare il libro di cui è coautore “Nati per credere”. Gli organizzatori dell’evento chiesero di poter svolgere la conferenza nello stesso luogo in cui avevano, con la precedente amministrazione, organizzato iniziative simili: l’auditorium del museo di Storia Naturale. Il sindaco negò l’autorizzazione e il patrocinio del Comune e la conferenza fu spostata nell’aula magna di un liceo cittadino.
Poche settimane dopo nello stesso auditorium, per ben tre serate consecutive, un gruppo di creazionisti fu ospitato per esporre tesi bizzarre e antiscientifiche, per giunta con il patrocinio del Comune. Immediate furono le proteste nel mondo scientifico; anche Giacomo Giacobini, Presidente dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici, mandò una lettera all’assessore alla cultura di Brescia. L’assessore rispose con un lungo scritto in cui difendeva il diritto di parola anche dei creazionisti in un istituto scientifico. Alle rimostranze di Telmo Pievani che chiedeva come mai il diritto di parola gli fosse invece stato negato nessuno rispose. Ma non finì così.
Nel 2010 l’UAAR e la libreria Rinascita organizzano altre due conferenze analoghe, una ancora con Telmo Pievani e l’altra con Guido Barbujani, genetista dell’Università di Ferrara. E quest’anno la strategia cambia: il sindaco non nega l’uso della sala, ma solo il patrocinio. Si è ricreduto? Niente affatto. Ha concesso l’uso della sala, prenotata con molto anticipo, solo perché regolarmente autorizzato dai funzionari. Poi ha spedito il conto all’UAAR. Il trucco è chiaro: la sala è stata semplicemente affittata per qualche ora e questo non si può negare a nessuno, ma senza il patrocinio si paga.
E i creazionisti? Hanno ottenuto il patrocinio “per il rilievo culturale dell’evento” e quindi non affittano l’auditorium del museo, lo usano a beneficio della cittadinanza e non pagano nulla. Tutto ciò a Brescia dove non si è scoperto nulla di nuovo sul passato dei viventi, ma solamente si conferma che la cattiva politica è ostile al pensiero scientifico. E questo accade nel Cenozoico, l’era geologica attuale.
(16 marzo 2010) di Paolo Vitale
martedì 16 marzo 2010
Monsignor Girotti: “Pedofilia si perdona, aborto è omicidio”
Monsignor Girotti: “Pedofilia si perdona, aborto è omicidio”
Monsignor Gianfranco Girotti, reggente della Penintenzieria vaticana, è stato intervistato da Il Messaggero, proprio in un momento in cui diffusi scandali stanno coinvolgendo la Chiesa. La confessione, afferma Girotti, è una pratica ormai in calo per “colpa del processo di secolarizzazione”, che porta a “distorcere pure il senso del peccato”. Tra le “nuove forme di peccato”, egli considera la “manipolazione genetica”: “il campo della bioetica poi è così vasto che le violazioni possono davvero essere molteplici, ma il peccato resta sempre uno, non uccidere”.
Nel caso in cui un pedofilo si confessasse, il monsignore sostiene: “se si è pentito sinceramente, lo si assolve” e aggiunge che “dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica”. L’intervistatore chiede se il confessore possa denunciare il colpevole all’autorità giudiziaria e Girotti risponde in maniera secca: “Assolutamente no. Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata. E poi verrebbe meno pure la fiducia sacramentale che è una disciplina molto rigida da sempre. Basti pensare che durante il Concilio Lateranense, siamo nel XII secolo, fu addirittura emanata una norma che imponeva la sospensione e la reclusione in un monastero per tutta la vita per il sacerdote che aveva rotto il sigillo sacramentale”. Diverso l’atteggiamento rispetto all’aborto, che rimane “un peccato riservato, diciamo speciale”, paragonabile alla “violazione del sigillo sacramentale, l’assoluzione di un complice e la profonazione dell’eucarestia”.
Fonte: http://www.uaar.it/news/2010/03/12/monsignor-girotti-pedofilia-si-perdona-aborto-omicidio/
Monsignor Gianfranco Girotti, reggente della Penintenzieria vaticana, è stato intervistato da Il Messaggero, proprio in un momento in cui diffusi scandali stanno coinvolgendo la Chiesa. La confessione, afferma Girotti, è una pratica ormai in calo per “colpa del processo di secolarizzazione”, che porta a “distorcere pure il senso del peccato”. Tra le “nuove forme di peccato”, egli considera la “manipolazione genetica”: “il campo della bioetica poi è così vasto che le violazioni possono davvero essere molteplici, ma il peccato resta sempre uno, non uccidere”.
Nel caso in cui un pedofilo si confessasse, il monsignore sostiene: “se si è pentito sinceramente, lo si assolve” e aggiunge che “dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica”. L’intervistatore chiede se il confessore possa denunciare il colpevole all’autorità giudiziaria e Girotti risponde in maniera secca: “Assolutamente no. Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata. E poi verrebbe meno pure la fiducia sacramentale che è una disciplina molto rigida da sempre. Basti pensare che durante il Concilio Lateranense, siamo nel XII secolo, fu addirittura emanata una norma che imponeva la sospensione e la reclusione in un monastero per tutta la vita per il sacerdote che aveva rotto il sigillo sacramentale”. Diverso l’atteggiamento rispetto all’aborto, che rimane “un peccato riservato, diciamo speciale”, paragonabile alla “violazione del sigillo sacramentale, l’assoluzione di un complice e la profonazione dell’eucarestia”.
Fonte: http://www.uaar.it/news/2010/03/12/monsignor-girotti-pedofilia-si-perdona-aborto-omicidio/
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