A giudicare dal successo dell'iniziativa - 750mila visitatori a due anni dall'apertura - gli americani sembrano apprezzare, ma il verdetto più interessante era naturalmente quello dei paleontologi, che non si sono fatti attendere. La direzione museale, d'accordo con l'università locale, ha invitato scienziati provenienti dai laboratori più prestigiosi del mondo, dalla University of Pennsylvania al Museo di Storia Naturale di Londra, chiedendogli di guardare un filmato e commentare personalmente la visita.
"L'esposizione dei dinosauri mi ha lasciato confuso. Ma ero davvero curioso di vedere il museo", ha detto al New York Times il geologo giapponese Tamaki Sato, della Tokyo Gakugei University. I cartelli sparsi nelle sale descrivono infatti dinosauri appartenenti a ere geologiche diverse, dal tardo al basso giurassico, ma per tutti la data di scomparsa è la stessa: 2348 a. C.
"Stessi i fatti, diverse le conclusioni", recita la brochure del museo, lasciando intuire che a chi ha allestito la mostra non interessa far riferimento ai libri di storia e scienza, ma solo alla Bibbia. Secondo l'interpretazione creazionista la vita sulla terra venne resettata circa 4400 anni fa dal diluvio universale, che ripulì il pianeta dai propri mali e dagli esseri viventi, ad eccezione di quelli salvati da Noè a brodo dell'Arca.
Questo approccio si scontra con quello della paleontologia accademica, ma la visita di qualche giorno fa ha messo dignitosamente a confronto i due mondi: ospiti della University of Cincinnati, i 70 studiosi della North American Paleontological Convention sono saliti a bordo di alcuni autobus scolastici per attraversare l'Ohio River e dare un'occhiata al Creation Museum.
"Incuriosito e affascinato - si è detto il paleo-zoologo Stefan Bengtson, del Museo Svedese di Storia Naturale - anche noi abbiamo una cosa simile in Svezia". Arnold I. Miller, docente di geologia all'università di Cincinnati e organizzatore della visita al museo, pensa che l'incontro sia stato utilissimo: "Spesso gli accademici ignorano il mondo che li circonda, e questo è sbagliato".
Il creazionismo non comunque è qualcosa da riferire solo alla religione cristiano-cattolica: praticamente tutte le civiltà antiche hanno, nella loro mitologia, un racconto che spiega l'origine del mondo in questi termini e benché l'interpretazione in termini allegorici di questi racconti sia molto antica, fino al XVIII secolo quella letterale è stata prevalente, soprattutto a livello popolare. "Non ci aspettiamo certo di far cambiare idea a chi crede in qualcosa di diverso - ha precisato la ricercatrice del museo Terry Mortenson - ma abbiamo dato a tutti la possibilità di vedere, farsi un'idea con i propri occhi".
Subito dopo l'entrata, l'esposizione comincia con una rappresentazione tridimensionale di una donna che da da mangiare una carota a uno scoiattolo, circondata da dinosauri. La didascalia di questa scena è insomma lontana anni luce da quelle dei musei di storia naturale di tutto il mondo, che spiegano che i primi uomini sono vissuti 65milioni di anni dopo gli ultimi dinosauri. Ma molto vicina alla Bibbia.
(4 luglio 2009)
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